ACUSTICA

A cura di Laura Cherubini,
Secci Gallery,
Milano, 2021

LA MOSTRA

Il titolo della mostra è “Acustica”, che vuol dire: udire e ascoltare.
Secondo la Treccani: “Tradizionalmente è considerata come la scienza che studia il suono, le sue proprietà, il suo meccanismo di formazione, propagazione e ricezione ed estende oggi il suo campo di interesse a tutti i fenomeni vibratori della materia e a tutte le frequenze”.
È composta (…come un pezzo di musica) da acquerelli.
Sei sono di grandi dimensioni, circa 250 cm di altezza per 117 cm di base comprese le cornici, quindi abbastanza grandi per come immaginiamo normalmente gli acquerelli e infatti, quando apri la bocca per pronunciare la parola acquerello risuona nel cavo della tua testa qualcosa di minore, sia in misura sia in impegno tecnico e ideale, viene in mente una materia giocosa e lieve. In effetti, queste opere sono trasparenti e luminose, come la tecnica impone, però posseggono una presenza oscura e difficile da definire a parole. Dentro e in superficie, sono animati da una forza senza nome che li fa apparire estranei alla tradizione eppure all’interno di essa. Difatti, sono acquerelli su carta (di buona fattura) incollati su alluminio e incorniciati. Insieme ce ne saranno altri di diverse misure, qualcuno molto piccolo, all’origine di questa serie.
Di essi si parla meglio usando parole estranee all’arte, per questo “acustica” è adatta.
Si vedono segni rotondi contornati di aloni che si aprono e si sovrappongono, a volte ricordano la pioggia che cade e rimbalza dentro pozze, a volte un po’ disgustose altre volte aperte e luminose. Quello che succede è che tutto vibra insieme mettendo in risonanza forme e colori. Quegli stessi dentro cui viviamo immersi dentro le città, ai loro bordi, e poi più lontano dove, forse, vorremmo vivere.

Alfredo Pirri

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