LE ERINNI
Mattatoio “La Pelanda”
Piazza Orazio Giustiniani n. 4,
Roma, 2018
IL PROGETTO
Le Erinni é la prima tappa di una mostra itinerante che coinvolge artisti contemporanei italiani nella messa in scena di 50 costumi storici dell’Accademia Nazionale di Danza e esposizione di opere proprie in relazione alla tradizione dell’Accademia Nazionale di Danza.
La tappa di Roma, presso il Macro Testaccio, è affidata ad Alfredo Pirri, che la dedica a Le Erinni, nella tradizione che da Eschilo porta a Jean Paul Sartre..
L’ISPIRAZIONE
L’installazione, presentata in locandina come messa in scena, è ispirata all’opera teatrale “Le mosche” del 1943 scritta dal filosofo Jean–Paul Sartre e andata in scena nello stesso anno a Parigi in piena occupazione nazista. La pièce consiste in una riscrittura creativa delle Coefore di Eschilo e viene ambientata in una città immaginaria invasa dalle mosche che perseguitano i suoi abitanti come fanno le Erinni nella tragedia originale. Le Erinni sono figure femminili che rappresentano quel sentimento di rimorso che perseguita costantemente chi si macchia di delitto nei confronti di parenti a loro prossimi (come fa Oreste che uccide per vendetta sua madre Clitennestra ed il suo amante Egisto… oppure come, forse, fa sempre l’avanguardia con la tradizione). Sono figure fastidiose, insistenti, che perseguitano i personaggi del dramma col ricordo delle loro colpe insidiandone la ragione (o le ragioni del loro gesto).
LA MOSTRA
A distanza di un anno, dopo la mostra tenuta presso il museo MACRO Testaccio, l’artista Alfredo Pirri torna al Mattatoio con un nuovo progetto, appositamente concepito, per festeggiare l’anniversario di fondazione dell’Accademia Nazionale di Danza (AND). Nella mostra, l’artista mette in scena un paesaggio di rovine che riporta alla mente un dramma, forse già accaduto o che stà ancora accadendo, rappresentato attraverso l’utilizzo di cinquanta costumi femminili creati nel corso della storia dell’AND e selezionati per l’occasione dal personale specializzato dell’Accademia. Nella loro disposizione, essi ricordano gli impiccati che era possibile vedere per le strade delle città europee negli anni in cui Sartre scriveva il testo, ma che è possibile ancora vedere, oggi, nelle strade del mondo. A questa installazione si affiancano cinquanta tavole realizzate con pastelli ad olio su fotografie dei costumi ripresi nel teatro dell’AND a Roma. Questi disegni, posti all’altezza degli occhi di un ipotetico bambino, sono esposti nella grande sala teatrale antistante la seconda dove è collocata l’installazione fatta con i costumi, anticipandone quindi la visione. Sono disegni che animano i costumi inerti riempendoli di vita e di tensione drammatica, in essi si allude a dei corpi fatti solo di luce ed energia danzante che si trasforma in un’esplosione di colori e forza dionisiaca. Questi disegni sono realizzati per comporre in futuro le pagine di un libro acustico sulla danza destinato all’infanzia, un libro composto di immagini e suoni che si creano girando le pagine e svolgendone il racconto visivo.
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