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LE OPERE E I GIORNI

PASSI
a cura di Achille Bonito Oliva.
Certosa di San Lorenzo
Padula (Sa), 2003.

L’INSTALLAZIONE

Con quest’installazione ha origine la serie che, da allora, porta sempre lo stesso titolo, Passi, seguito dal nome dello spazio dove si realizza l’opera. L’installazione nasce dall’immaginare il percorso quotidiano che il monaco, ospite dell’Abbazia, deve compiere per raggiungere, dal suo appartamento, l’altare privato alloggiato in una piccola cappella in fondo al corridoio semi-esterno. Questo percorso è stato immaginato come una progressiva perdita d’identità personale, uno scomparire del corpo a favore di un luogo. Un successivo perdersi in uno spazio reso “bizantino” dal mosaico (irregolare) di specchio rotto a terra, mentre ci si avvicina al luogo privato dell’altare, che da lontano appare essere dipinto per intero di rosso, come fosse un quadro monocromo, e che invece, avvicinandosi, rivela le sue qualità spaziali tridimensionali. Avvicinandosi si scopre che la luce che riempie lo spazio (non più la pittura unitaria che si percepiva prima), proviene da un quadrato rosso dipinto sull’altare che si riflette tutt’intorno. 

L’OPERA

A terra, in questa versione di Passi, lo specchio di sicurezza (safe mirror) è bloccato con del nastro biadesivo (come una moquette) sul pavimento del corridoio da poco restaurato, quindi perfettamente piano, facendo tutt’uno con esso. Il risultato è un camminare molto solido, che non crea rumori, non dà neanche la sensazione di camminare su qualcosa di fragile (infatti, non lo è per niente), anzi sembra di scivolare dentro un’immagine – seppure rotta -…. che stordisce come un bacio.

DISEGNI PREPARATORI

FOTO: STUDIO BLU